Vandersteen Audio, azienda californiana fondata da Richard Vandersteen oltre 30 anni fa.
I Pochi sono i marchi di diffusori acustici che possono vantare la storia e i numeri di Vandersteen Audio.
Era infatti il 1977 quando vide la luce una cassa acustica che avrebbe fatto parte della storia dell’alta fedeltà americana e mondiale: il Model 2, diffusore a gamma intera a tre vie dotato di radiatore passivo. Campione assoluto del rapporto qualità prezzo e praticamente immutato nell’aspetto (seppure continuamente migliorato e aggiornato nella componentistica), il Model 2, oggi nella sua versione 2Ce Signature II, è stato prodotto in oltre 200.000 esemplari, ciò che ne fa il modello al contempo più longevo e più venduto in alta fedeltà.
Sito ufficiale: www.vandersteen.com
Le operazioni Aspetti tecnici salienti.
Tutti i diffusori Vandersteen, dal piccolo 1C fino al recente top di gamma Model 7, sono stati progettati per essere coerenti nella fase e nel tempo ed utilizzano filtri del primo ordine (6dB/ott), gli unici in grado di preservare l’integrità del segnale musicale originale. Nei primi anni ’70 la maggior parte dei costruttori di diffusori acustici utilizzava invece filtri del secondo, terzo o addirittura del quarto ordine, i quali inevitabilmente causano delle anomalie nella risposta temporale e nella fase acustica degli altoparlanti. Richard Vandersteen è stato pioniere, fra i costruttori di diffusori acustici, nell’utilizzo dell’analisi FFT al computer per disegnare, posizionare ed integrare al meglio i vari altoparlanti, i quali sono posizionati sul cabinet in maniera da permettere un perfetto allineamento temporale.
Questo, unitamente all’utilizzo degli stand dedicati, fa sì che il suono di ciascun altoparlante raggiunga l’ascoltatore nel medesimo istante e correttamente in fase, a prescindere dalla distanza del punto di ascolto.
Altri aspetti cui il progettista ha da sempre riservato grandissima attenzione sono quelli della diffrazione del suono dovuta al mobile e dell’onda posteriore emessa dal cono degli altoparlanti. Per evitare che l’onda acustica emessa frontalmente dagli altoparlanti venga immediatamente riflessa e diffratta dal mobile del diffusore, compromettendo la pulizia del segnale, egli ha da sempre utilizzato baffles frontali della larghezza strettamente necessaria ad accogliere gli altoparlanti (cd minimum baffle).
Un altro elemento che, se trascurato, può far aumentare la distorsione è dato dall’onda posteriore generata dal cono dell’altoparlante, nel momento in cui questa rimbalza contro componenti quali il cestello e il magnete. Nei diffusori Vandersteen le componenti posteriori degli altoparlanti vengono meticolosamente disegnate al fine di conferire loro una forma il più possibile “aerodinamica” e perciò limitare questo rimbalzo dell’energia acustica così dannoso per il suono.
Aspetti sonici più rilevanti.
Da sempre i diffusori Vandersteen sono considerati estremamente musicali, coerenti e dotati di un suono realisticamente naturale.
Quando un diffusore è coerente nella fase e nel tempo e presenta una risposta in frequenza lineare, la prima sensazione che normalmente suscita nell’ascoltatore è di indifferenza, spiega Richard Vandersteen. Al contrario un diffusore che appaia immediatamente intrigante nel suo modo di suonare avrà con ogni probabilità una risposta in frequenza caratterizzata da picchi e buchi, volutamente cercati per rendere accattivante il suo suono.
I diffusori Vandersteen non tentano di impressionare l’ascoltatore al primo ascolto ma lo coinvolgono piuttosto con il loro suono naturale, immergendolo nella musica. Anche registrazioni realizzate in maniera tecnicamente non perfetta
risulteranno in tal modo ascoltabili e godibili. La sensazione di musica riprodotta risulterà minore e sarà così più facile, dimenticando le consuete categorizzazioni audiofile (trasparenza, gamma bassa, media, acuta, contenuto armonico, dinamica, ecc.), lasciarsi andare ad un ascolto rilassato, emotivamente appagante e straordinariamente naturale.